serie fotografica, 108/? fotografie, 20/04-18/05/2020-…..
La ricerca attorno a questo progetto, iniziato durante il periodo del primo lock down, consiste in una serie di interventi che portano a scoprire/riscoprire e a riflettere su tutti quei piccoli elementi che caratterizzano il luogo in cui vivo.
Attraverso l’utilizzo dello scotch di carta vado a delimitare una piccola porzione di superficie dell’ambiente domestico – un segno, un graffio, una macchia, una crepa, uno spigolo – che scopro solo attraverso uno sguardo più lento e concentrato. Successivamente scrivo su un post-it il primo pensiero che d’impulso associo a questo determinato elemento, riportandone l’ora e fotografandolo. Questo procedimento – incorniciare, associare un pensiero, fotografare – per quanto estemporaneo e per certi versi deperibile, mi consente di presentificare ogni singolo segno che diventa così visibile e percepibile, anche una volta ripristinato lo sguardo distratto di ogni giorno.
Il progetto Post_it consiste in una costante progressione di questa esplorazione che, seppur basata su un rapporto di scambi e sguardi strettamente occasionali, diventa per me una possibilità di integrazione, di scoperta e di conoscenza reciproca, potenzialmente applicabile a tutti gli spazi di un qualunque luogo.
Dopo aver avviato questa ricerca all’interno del mio spazio privato, ho pensato di poter sperimentare la stessa modalità in un qualunque luogo nuovo e a me sconosciuto. Quando si abita uno spazio altro si avvia un processo di adattamento: si cerca di acquisire una certa familiarità con esso, in modo da potersi muovere spontaneamente e iniziare un lento conseguimento di una confidenza che, giorno dopo giorno, si avvicina sempre più a quella che si ha col nucleo abitativo. Paradossalmente, proprio quando ci si inizia ad avvicinare all’abitare, il tempo scade e arriva l’ora di partire per lasciare il posto.
L’obiettivo del progetto è quello di pormi in relazione con lo spazio andando a costruire un’interazione basata su un’esplorazione minuziosa, centimetro per centimetro, per consolidare, anche se in un tempo limitato, una relazione di conoscenza e familiarità.
L’obiettivo di questa progressione costante è di poter spostare questa ricerca, nata come riappropriazione visiva del mio spazio privato in un determinato momento di confinamento, verso l’esterno. L’atto esplorativo è inteso come una modalità conoscitiva, discreta e imprevista. Il progetto , come un archivio di segni e cromie, restituisce una visione ravvicinata, personale e condivisa, di ciò che abitualmente sfugge ma che costantemente abita.











































































































