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Partendo da una formazione pittorica la mia ricerca si è soffermata sulla sperimentazione di diversi tipi di materiali, principalmente di tipo industriale, attraverso i quali creavo superfici omogenee sulle quali intervenivo controllando o simulando quello che era il loro processo di deperimento, come l’ossidazione o lo scrostarsi. Ritengo che il tempo e l’inevitabile disgregazione della materia che da sempre ne deriva possano dare valore a quello che colpiscono attraverso ciò che manifestano: la rarefazione.

Sulla base di questo pensiero, osservando e cercando anche di constatare l’impatto che la rarefazione può avere in un ambiente ad essa dedicato, iniziai a riflettere su quello che in effetti mi attrae di essa: la repulsione che genera. Così ho cominciato a comprendere che ciò che mi interessa non si ferma solo all’estetica che la contaminazione della materia riesce a dare, ma si estende su tutta la realtà che mi circonda.

La mia attenzione volge su quegli aspetti della realtà spesso dati per scontati, ritenuti di poco conto o addirittura non considerati, poiché parte integrante di una visone d’insieme del quotidiano: siano essi oggetti, gesti, parti di un paesaggio o comportamenti collettivi lasciati semplicemente accadere o vissuti con apatia, quasi quasi non percepiti: e per tanto rarefatti.

Il mio lavoro consiste proprio nell’utilizzo di un gesto di tutti i giorni. Un’azione che si rifà o fa parte della realtà di ogni individuo, reinterpretata utilizzando una diversa chiave di lettura sia questa un pensiero o un’analisi della stessa, cercando di trasmettere una sensazione o un determinato sentimento ricucendoli ai minimi termini avvalendomi del minimo gesto che al primo impatto può non risultare come un atto artistico.

E’ grazie alla comprensione di questo che si può tornare a porre attenzione a tutte le piccole cose che avvengono nella quotidianità del mondo che ci circonda siano esse sensazioni, sentimenti oppure semplici situazioni sulle quali vale la pena soffermarsi che, una volta riesumate, possono portare chi ne viene a contatto ad una diversa forma di riflessione.